La patata dolce

La patata dolce

Per gli amanti del gusto è doveroso fare un salto nel Salento, dove regna oltre allo splendore dei paesaggi naturalistici, anche l’ottima cucina.

La Tenuta Monticelli, masseria Gallipoli, per esempio regala ai suoi ospiti deliziose degustazioni di piatti tipici. Uno fra questi, in autunno, è la patata dolce.

Gusto dolce, delicato e sopraffino. Quasi un cliché, durante la stagione invernale, mangiarne un po’ alla sera per contrastare il freddo. Eppure, nemmeno l’estate dispiace agli appassionati. Anzi, nel Salento a breve ci sarà un’apposita sagra che ne esalterà le qualità gastronomiche. Ma procediamo con ordine, parlando della cosiddetta “Batata” dell’agro leccese, meglio conosciuta come patata dolce, patata zuccherina, patàna, taratùfulu, inserita nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali e nell’Atlante dei Prodotti Tipici. La Patata zuccherina, originaria delle aree tropicali dell’America, dal portamento strisciante, con foglie larghe e bei fiori bianchi e rosa, è stata utilizzata a scopo ornamentale, ma in Salento è storicamente coltivata per uso alimentare. Predilige terreni umidi, acidi, salini, tant’è che il suo habitat ideale è paludoso.

Le preparazioni classiche la vedono tagliata a fette, fritta e cosparsa di zucchero, oppure cotta al forno o meglio ancora sotto la brace. Probabilmente è un ricordo d’infanzia condiviso da molti salentini la Batata avvolta nella carta stagnola e posta vicino al fuoco: con la cottura la pelle esterna si separava dalla polpa e la addolciva con una sorta di linfa zuccherina più scura che costringeva i bambini a leccarsi le dita a fine merenda. Il tubero, se posto in acqua, emette radici e vegeta e per questo era usanza diffusa porre una Batata in un vaso semi-sommersa d’acqua e farne crescere la pianta a scopo ornamentale.

Presso la Tenuta Monticelli, masseria Gallipoli, si può gustare tale prelibatezza a…assolutamente da provare!